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Questo luogo è un sogno. Solo chi dorme lo crede reale.
— Rumi
Ieri mattina sono uscita a fare una passeggiata lungo la strada. Il mondo intero — le colline e le valli — era coperto da un velo bianco di nebbia. Vedevo solo le cime degli alberi e pochi passi davanti a me. Il mondo era silenzioso e assonnato.
La Terra dormiva, e io ero sveglia dentro il suo sogno. Era magico, ascoltare il respiro lento della Terra, la sua quiete. Camminavo piano, attenta a non svegliarla.
Un corvo gracchiò. Il corvo era sveglio. Noi due — il corvo ed io — desti dentro il sogno della Terra. Mi chiesi degli altri: sanno che siamo tutti dentro un sogno? Che la Terra ci sta sognando in esistenza? Forse è questo tutto ciò che siamo — il sogno della Terra.
E solo di rado, come me in quella mattina nebbiosa, sperimentiamo attimi di lucidità. Ci risvegliamo per capire di essere soltanto creazioni dell’immaginazione assopita della Terra — le nostre vite che si muovono al ritmo del suo respiro.
Se siamo il sogno della Terra, che cosa significa quando ce ne dimentichiamo? Quando crediamo di essere separati, svegli e reali — camminando sulla Terra invece che dentro di essa? Costruiamo le nostre vite come se appartenessero solo a noi: le nostre case, le nostre città, le nostre storie. Ma se siamo esseri sognati, allora nulla di ciò che creiamo è davvero nostro. Tutto appartiene alla sognatrice — gli alberi, gli oceani, il respiro che prendiamo — tutti intrecciati nello stesso morbido immaginare.
Che privilegio, essere sognati. Essere pensati all’esistenza da qualcosa di vasto e antico. Camminare sul confine tra illusione e consapevolezza, sapendo che, per un breve istante, il sogno è cosciente di sé.
La nebbia cominciò a diradarsi, e apparvero le forme — la curva della collina, il tenue profilo della strada. Il sogno della Terra si schiariva, dissolvendosi lentamente nel giorno. Rimasi ferma per un momento, ad ascoltare il dolce ronzio sotto i miei piedi — il battito di un pianeta vivo e consapevole.
Forse questo è tutto ciò che il risveglio realmente è — non liberarsi dal sogno, ma ricordare chi ci sta sognando. Ricordare che lo stesso respiro che muove il vento scorre attraverso i nostri polmoni, che lo stesso silenzio che avvolge le colline avvolge i nostri cuori.
Il corvo chiamò di nuovo, una nota acuta che tagliò il silenzio. Sorrisi, sentendomi al tempo stesso reale e immaginata. La Terra si voltò nel sonno, e io ripresi a camminare — attenta a non svegliarla.
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